Il leader del futuro è orientato al valore condiviso… E cioè?!
In questo articolo de Il Sole 24 Ore si legge che, da una ricerca sul tema del leader del futuro, è emerso che una delle sue caratteristiche sarà l’orientamento al valore condiviso.
Mi ribello al torpore mentale e suadente di parole e espressioni ad effetto che pregiudicano un approccio più concreto al management e alla leadership.
Non amo astratta dottrina quando si parla di managerialità: circuisce e la riduce a una sorta di quintessenza spirituale. Strizza l’occhio all’Umanesimo che è ben altro.
Nell’articolo intanto si sovrappongono leadership e management, qualcuno storcerebbe il naso.
A me non interessano le categorie, mi interessano le persone. Questo è umanesimo.
Che cosa si intende per orientamento e valore condiviso?
Questo manager e leader del futuro dobbiamo immaginarlo come un soggetto puramente pensante, al di sopra delle parti, blindato in una torre d’avorio concettuale, tutto impegnato, grazie alla sua creatività, a orientarsi al valore condiviso?
Orientamento: in cosa si sostanzia? In dichiarazioni di principio?
Da domani, truppa, tutti orientati al valore mi raccomando! Le famose carte dei valori aziendali pensate dai consulenti dopo un focus group.
- Valore: che cosa si intende per valore? Per chi?
- Condiviso: tra chi?
- Ma poi come si crea questo valore?
Supponiamo che questo leader del domani sia tutto orientato al valore condiviso: come lo creerà?
Questo mi interessa, che questo benedetto valore si crei.
Io mi occupo di negoziazione da anni. È uno strumento, certo non l’unico, ma imprescindibile per creare vero valore che io traduco in più risorse per tutti e maggior benessere relazionale.
Allora per favore, io tirerò magari l’acqua al mio mulino, non mi interessa, ma va detto:
Non esiste organizzazione, grande o piccola che sia, che per creare vero valore possa rinunciare a persone che sappiano veramente, e sottolineo veramente, negoziare in modo consapevole.
Datemi la bussola, ma insegnatemi a usarla.